(Con amaretti, mandorle e cacao)
Che bei tempi. Quando la nonna Elena era ancora con noi. Non vi ho ancora parlato della nonna?
La nonna Elena, un mito per tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscerla. Inferma in un letto, riusciva a tenere insieme tutta la famiglia col solo uso del telefono. Lei si che del cellulare avrebbe fatto buon uso, ma allora non si sapeva cosa fosse. A lei bastava il telefono col filo, li appoggiato sul comò, a sentirsi fino alla fine la matriarca unica e indiscussa della grande famiglia Z.
Il 18 agosto, giorno del suo onomastico nonché (per niente casualmente) anche del mio e di quello di un'altra nipote, la suddetta famiglia si riuniva. E non c'era vacanza che tenesse. Ci si organizzava ma in quel giorno bisognava essere a tiro. Tutti lo sapevano e non osavano sfidare la sorte. Delle mie origini calabresi già vi ho accennato e magari molti di voi sanno bene quanto gli onomastici contino al sud. Più dei compleanni più, forse, anche di Natale o Pasqua. Ecco quindi spiegato il motivo per cui il 18 di agosto la città piemontese (che ospitò per primo mio padre e poi tutto il parentado al seguito) poteva anche fermarsi nel silenzio pigro e assonnato delle serrande abbassate e delle strade vuote ma la famiglia Z. no, era in gran fermento.
C'era chi si occupava della torta, chi comprava il gelato, chi pensava alle bibite, qualcuno impacchettava i pochi regalini per le festeggiate e i più piccoli scalpitavano perché finalmente tutti i cugini si sarebbero riuniti. La nonna stessa organizzava tutto, sempre armata della solita cornetta grigia. E (negli anni in cui riusciva ancora ad alzarsi dal letto) preparava con le sue mani le caramelle al rabarbaro sul marmo della sua credenza, da offrire a tutti i nipoti. Ricordi meravigliosi e indelebili, nonostante siano passati davvero tanti anni.
Inutile dire che da quando la nonna ci ha lasciato tutto questo si è come congelato nella nostra memoria e nessuno ha mai nemmeno immaginato una festa come quella, senza di lei.
Ieri non so, mi è scattato qualcosa. Quando ho letto sul cellulare giovedì 18 agosto mi è tornata la voglia di festeggiare. In realtà nessuna festa ma una torta (che un po' festa fa sempre) non potevo proprio risparmiarmela. Le prugne che una cara amica ha raccolto per me dal suo orto e una ricetta che non vedevo l'ora di provare hanno fatto il resto. Spero che il profumino uscito dal forno sia andato dritto dritto lassù da chi so io. :) La torta per questa volta la porto io! ;)
E niente, volevo parlarvi della torta e vi ho parlato della nonna... Corro ai ripari e cercherò di farmi perdonare con questa ricetta. Provatela, è molto semplice ed il risultato qualcosa di indescrivibilmente buono!
INGREDIENTI (Per una teglia da 22 cm di diametro)
Ricetta tratta e interpretata dalla rivista Sale e Pepe 06/2016
Per la frolla
500 g di farina 00
200 g di burro morbido (a temperatura ambiente)
220 g di zucchero semolato
2 uova medie
1/2 cucchiaino di lievito per dolci
1 pizzico di sale
Per il ripieno
1 kg circa di prugne
200 g di amaretti
40 g di cacao amaro
80 g di mandorle
poco zucchero a velo per cospargere
PROCEDIMENTO
1. Prepariamo la frolla. In una ciotola inseriamo tutta la farina, il sale ed il burro morbido a pezzetti. Lavoriamo fino a fare assorbire bene tutto il burro dalla farina. Aggiungiamo quindi lo zucchero, un uovo per volta ed il lievito sempre impastando (io a mano, se avete un'impastatrice o una planetaria meglio ancora). Quando otteniamo un panetto liscio e compatto avvolgiamo nella pellicola trasparente e riponiamo in frigo per almeno un'ora.
Nel frattempo prepariamo il ripieno.
2. Laviamo le prugne e tagliamole in quarti, scartando il nocciolo. Teniamo da parte.
3. In una ciotola mescoliamo gli amaretti sbriciolati, il cacao setacciato, le mandorle tritate. Teniamo da parte.
4. Prepariamo la teglia. Io qui ho rivestito la teglia con carta forno leggermente bagnata e ben strizzata, per farla aderire bene allo stampo. In alternativa potete anche solo imburrarla.*
5. Passato il tempo di riposo della frolla, ne stendiamo 2/3 su un piano leggermente infarinato fino a formare un grosso cerchio dello spessore di circa 4 mm e ne foderiamo lo stampo, lasciando strabordare la pasta anche oltre i bordi.**
6. Bucherelliamo il fondo di frolla con i rebbi di una forchetta e versiamo circa metà composto di amaretti ecc.
7. Aggiungiamo quindi le prugne, cercando di distribuirle uniformemente su tutta la superficie.
8. Copriamo con le polveri rimanenti.
9. Stendiamo la frolla rimasta in un cerchio di circa 22 cm. Se volete, ritagliate ora un foro centrale (io a cuore). Adagiamo sul riempimento e risvoltiamo la pasta in eccesso al di sopra di quest'ultimo cerchio in modo da sigillare i bordi. Bucherelliamo la superficie e, se ci avanza impasto, ricaviamo delle forme da applicare come decoro.
10. Inforniamo in forno già caldo a 180º per circa 45/50 minuti, fino a doratura della superficie.
11. Lasciamo raffreddare nella teglia. Prima di servire cospargiamo di zucchero a velo.
NOTE
* Questo tipo di torta, proprio come l'apple pie, sarebbe cosa buona e giusta servirla nella stessa teglia in cui viene cotta, onde evitare rovinose fratture nello sformarla. Io ho utilizzato la carta forno con cui ho rivestito la teglia come "aiuto" nel tirarla fuori dallo stampo ma qualche frattura si è formata comunque ed il ripieno semi-liquido è un pochino fuoriuscito. Meglio scegliere una bella teglia, che si possa portare in tavola, e tagliare le porzioni all'interno.
** Anche qui ho disobbedito, tagliando l'eccesso, perché la mia teglia ha il bordo già bello alto. Anche per questo motivo ho avanzato tanto impasto con cui ho ricavato i cuoricini decorativi.
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