Se è vero che i cambiamenti vanno incoraggiati, cercati e a volte sudati. Se è vero che i sogni si possono realizzare (anche se nessuno garantisce che sia facile farlo!). Che non bisogna mai mollare e prima o poi qualcosa di bello può succedere.
Ecco allora il Natale esiste.
Una nascita un tempo rivoluzionò tutto e ogni Santo anno ognuno di noi si augura una propria piccola o grande rivoluzione. Il Natale continua, nonostante tutto, a dare speranza. A far sentire che la magia esista davvero. Basta volerla. Con tutto se stessi. Con passione e dedizione. Con sacrificio e amore.
E se c'è un augurio che vorrei fare a chi mi segue in quest'angolino che ormai fa parte di me è che la magia possa continuare anche oltre questi giorni di festa. Che la speranza non ci abbandoni mai e la forza di inseguire i nostri sogni non venga mai meno. E poi, vada come vada, almeno ci abbiamo provato.
Uno dei miei piccoli sogni era quello di realizzare un grande lievitato. Di quelli che devi starci dietro, devi curare per ore. Il Panettone per ora rimane ancora un sogno. Ma ci arriverò. Per ora sono felice, anzi felicissima, di essere riuscita a sfornare il mio primo Pandoro! Per questo devo ringraziare davvero dal profondo del cuore le ragazze di quel gruppo fantastico che è Re-cake! Grazie a loro infatti ed alla loro iniziativa della Pandorata 2016 mi sono lanciata nell'impresa. Diversamente sono sicura mi ci sarebbero voluti ancora anni!
Una delle ricette proposte mi ha ispirato più di altre e cioè quella delle sorelle Simili, le stra-famose panificatrici bolognesi che sono sempre una garanzia quando si tratta di lievitati. Intanto questa ricetta utilizza lievito di birra, cioè al momento l'unico lievito (non istantaneo) che utilizzo io, vista la mia totale ignoranza in materia di lievito madre.
Poi si parla di sfogliatura. Cioè della tecnica che prevede le famose "pieghe" dell'impasto. Quelle di cui spesso sentiamo parlare soprattutto per la pasta sfoglia. Una di quelle cose che mi mancavano e che ero curiosa di provare.
Infine, ma non ultimo per importanza, leggendo la ricetta e le repliche dei re-cakers avevo la sensazione che fosse fattibile anche per me. Lunga, ma fattibile. E visto che il tempo per ora non mi manca ne ho approfittato.
In una fredda e silenziosa mattina, quando fuori scendeva la prima neve, ho iniziato il mio primo Pandoro. E la sera dopo cena l'ho sfornato.
Ve lo regalo, così come mi è uscito, non perfetto ma ai miei occhi tanto carino perché fatto col cuore e con tutta la passione che ho. Con i miei più cari auguri di un Natale vero, nuovo, sincero e... rivoluzionario!