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5 febbraio 2016

Le bugie... delle zie


Ciao zia Lina, sono Elena, riusciresti per caso a darmi la ricetta delle bugie che preparavate sempre con la zia Ida? 

Dovete sapere che di anni ne sono passati davvero tanti. Diciamo una tren... Vabbe' non diciamolo.
E io mi sono appassionata alla cucina troppo tardi per riuscire ad estorcere ricette preziose alla zia che purtroppo non c'è più. La zia Ida appunto. Lei sarebbe stata ora la mia principale ispirazione. 
Con quelle manone forti di chi aveva cresciuto sette fratelli e badato alla mamma malata, fin dalla giovane età. Che lavorava e nonostante questo trovava il tempo per tutto. Che non aveva figli ma in realtà aveva una marea di figli adottivi, i nipoti. Che organizzava i pochi pomeriggi liberi per riunirsi con le cognate amanti come lei della buona cucina.

Da quei pomeriggi uscivano le bontà più impensate. Dai ravioli di carne ai cannoli siciliani. Dagli gnocchi alle bugie.
Le bugie, nella nostra famiglia, iniziavamo a mangiarle a Natale.
Ora non chiedetemi perché. Forse eravamo proprio noi nipoti a chiederle a gran voce e le zie, per non dispiacerci, tra un impasto e l'altro riuscivano anche a produrre quelle rotelle croccanti e piene di bolle che ci facevano tanto felici.

Come quelle, inutile dirlo, non le ho mai più mangiate.

Ho provato un paio di ricette collaudate sicuramente ottime. Ma io volevo quelle che, se le arrotoli tipo girella, rimangono croccanti e leggere. Che puoi scegliere la forma che vuoi, insomma, ma il risultato non cambia.
Cercavo una ricetta che si avvicinasse almeno lontanamente a quel ricordo dolcissimo.

Stavo quasi rinunciando quando mi viene il lampo di genio: La zia Lina! L'altra zia preferita. La complice  principale di quei famosi pomeriggi in cucina. Quasi quasi la chiamo e le chiedo se ricorda ancora la ricetta.

Si Elena, aspetta prendo il foglietto con le dosi giuste, perché sai la memoria non è più quella di una volta: 350 g di farina, 50 g di burro, 2 uova. Eccotela qui.

Ma come zia, basta così? 
Vabbe' se vuoi puoi aggiungere un cucchiaio di zucchero, ma con lo zucchero a velo che metterai dopo sono buonissime! 


E come liquidi bastano le uova?
Se vedi che l'impasto è asciutto aggiungi poca acqua o latte o succo di arancia o di limone... Vedi tu. Io improvviso un po' in base a quello che ho in casa. Ma mi raccomando un cucchiaio per volta, l'impasto deve essere morbido ma non appiccicoso.

L'impasto va steso sottile sottile perché si formino le bolle? 
Si con la nonna papera nella penultima tacca.

Poi la domanda a cui tenevo di più:
Ma posso arrotolarle vero? 
Certo! Se vuoi che mantengano la forma, pizzicale ogni tanto mentre le arrotoli.

Tutto qua?
Si sì tutto qua.

Ci credete che dopo un'ora l'ho richiamata per ringraziarla perché non solo le avevo già fatte, ma erano venute le bugie più buone che avessi mai mangiato... Rettifico le seconde. Quelle della zia Ida, condite dei miei ricordi d'infanzia, non le battera' mai nessuno :) 

                         
INGREDIENTI
350 g di farina 00
50 g di burro morbido
2 uova
1 pizzico di sale
1 cucchiaio di zucchero semolato (facoltativo)
Acqua o Latte o succo di limone o di arancia o liquore (io Brandy, e me ne sono bastati 2 cucchiai)

1 litro di olio di semi (io di arachidi) per la frittura
Zucchero a velo q.b. (Per la finitura)

PREPARAZIONE 
In una ciotola ho inserito la farina, il burro morbido ma non sciolto, le uova leggermente sbattute in precedenza con il pizzico di sale. Ho iniziato a impastare amalgamando bene gli ingredienti tra loro. A questo punto il mio composto non stava insieme.
Ho aggiunto quindi altro liquido (che può essere semplicemente acqua, oppure latte, succo d'arancia o limone, ecc.). In questo caso ho optato per un liquore, Brandy. Me ne sono serviti 2 cucchiai per avere un impasto compatto ma non appiccicoso. Iniziate con uno solo e vedete che succede. Non esagerate se no vi ritroverete con una pasta ingestibile.

Una volta ottenuto il panetto, ho prelevato dei pezzi di impasto, schiacciandoli leggermente tanto quanto basta a poterli passare nell'attrezzo per stendere la pasta (se non l'avete, andate di mattarello!).
Ho passato l'impasto dapprima nella fessura più larga e progressivamente in quelle più strette fino ad arrivare alla penultima.

Ottenute le strisce di circa 10-13 cm per 26-28 cm, le ho quindi tagliate a strisce larghe circa 2 cm nel senso della lunghezza con la rotella a zig zag. Le ho poi arrotolate senza stringere eccessivamente (non ho "pizzicato" come diceva mia zia e qualcuna in effetti si è aperta).
Qualcuna l'ho tagliata semplicemente in rettangoli che ho poi inciso con un taglietto.

In un tegame dal fondo spesso ho scaldato l'olio profondo.
Quando inserendo uno stuzzicadenti nell'olio si sono formate tante bollicine (l'olio aveva quindi raggiunto la giusta temperatura) ho inserito due o tre bugie per volta. Questo per lasciare loro lo spazio di gonfiarsi e nello stesso tempo evitare che la temperatura dell'olio si abbassasse.
Appena dorate le ho tolte con una schiumarola dalla pentola e appoggiate su un vassoio ricoperto di carta assorbente, in un unico strato. Se, da calde, le sovrapponete infatti perderanno di croccantezza e diventeranno mollicce. Una volta raffreddate si possono invece tranquillamente impilare, dopo averle abbondantemente cosparse di zucchero a velo.

                           

                           


NOTE
- Come vi ho scritto ho utilizzato due cucchiai di Brandy per compattare l'impasto. Secondo me il gusto un filino si sente e a me personalmente non dispiace. Se non amate l'aroma di liquore, optate per succo d'arancia o di limone. O semplicemente acqua o latte.
- Questo impasto è molto versatile, come avrete capito. Personalizzatelo come preferite. L'importante è solo mantenere l'equilibrio tra componente secca e liquida come vi ho spiegato sopra.

                              


Grazie zie, per continuare a lasciare qualcosa di voi in me.
Buon carnevale, Elena.

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